Discussione:
richiesta invalidità?
(troppo vecchio per rispondere)
milla
2009-09-09 10:33:08 UTC
Permalink
un saluto a tutti.
Vi chiedo se potete rispondere a un quesito per me molto importante. Lavoro
nel comparto scuola. Sono di ruolo. Ho numerose poatologie in corso:
Diabete di tipo II - sindrome metabolica
Retinopatia diabetica
Ipertensione
Depressione
Ernie cervicali e dorsali
Adenoma ipofisario preolattinosecernente
Insonnia cronica con dipendenza da farmaci
Diverticolite
Il tutto è certificato.... sono spesso stanchissima.... posso ottenere la
riduzione dell'orario di lavoro, una percentuale di invalidità che mi dia
qualche diritto?.... Insomma.... Vivo con malessere e non so cosa posso
fare, come posso muyovermi nella complessità a livelklo burocratico.
Un grazie anticipato a chi mi saprà aiutare....
maurizio
2009-09-09 20:02:00 UTC
Permalink
Post by milla
un saluto a tutti.
Vi chiedo se potete rispondere a un quesito per me molto importante. Lavoro
Diabete di tipo II - sindrome metabolica
Retinopatia diabetica
Ipertensione
Depressione
Ernie cervicali e dorsali
Adenoma ipofisario preolattinosecernente
Insonnia cronica con dipendenza da farmaci
Diverticolite
Il tutto è certificato.... sono spesso stanchissima.... posso ottenere la
riduzione dell'orario di lavoro, una percentuale di invalidità che mi dia
qualche diritto?.... Insomma.... Vivo con malessere e non so cosa posso
fare, come posso muyovermi nella complessità a livelklo burocratico.
Un grazie anticipato a chi mi saprà aiutare....
La riduzione oraria nel comparto scuola:

- 6 ore in meno per i docenti
- 12 ore in meno per il pers. ATA

è prevista solo per chi è riconosciuto con handicap grave.

Oppure è possibile per particolari condizioni la richiesta del part-
time, ma in tal caso la mensilità stipendiale si riduce a differenza
del lavoratore con handicap grave.

Cià che lei riporta (patologie e problematiche) sono di natura
invalidante, cioè determinano una riduzione della capacità lavorativa.
L'handicap e l'invalidità sono condizioni del tutto diverse. Infatti
nessuno può rispondere al suo messaggio senza entrare in merito.

Infatti la condizione di handicap (che offre le agevolazioni
lavorative e fiscali) non è legata a tabelle o patologie.

L'handicap (legge 104) è una condizione sociale (di svantaggio), cioè
la valutazione delle difficoltà personali e soggettive
dell'integrazione sociale del disabile, la propria autonomia
personale, la necessità di intervento assistenziale, la capacità di
relazione e comunicazione, ecc. e non limitata o diretta alla
patologia.

Pertanto la commissione medica deputata ad accertare tale condizione,
a differenza dell'invalidità civile, valuta le capacità relazionali,
l'autosufficienza, la necessità di intervento assistenziale,
l'integrazione sociale, condizioni che variano notevolmente da un
individuo all'altro, anche ad ugual patologia.

Infatti è ormai noto che il riconoscimento della condizione di gravità
dell'handicap che offre le agevolazioni lavorative (art. 3 comma 3 L.
104/92) al lavoratore disabile ed ai suoi familiari non è legata
neanche alla percentuale di invalidità (nemmeno se al 100% con
accompagnatore), ma piuttosto al fatto che la minorazione abbia
ridotto l'autonomia personale su tutti gli aspetti sociali in
correlazione all'età e alla necessità dell'intervento assistenziale
globale sia individuale, sia in quello sociale e di relazione.

A tal fine infatti le commissioni mediche sono integrate, per questa
individuale valutazione, da un operatore sociale e da un esperto. E'
soprattutto dalla relazione redatta da questi costituenti integrati
che scaturisce la gravità dell'handicap (legge 104), non dalle sole e
uniche patologie o menomazioni. In sostanza l'assistente sociale
coopera in modo abbastanza rilevante alla finale certificazione. Allo
stesso modo anche le commissioni periferiche (di verifica) sono ormai
integrate dall'op. sociale e dall'esperto (art. 42 - comma 6 della
legge 24 novembre 2003, n. 326).

Pertanto le varie condizioni sanitarie riscontrate e certificate
presentano quadri clinici estremamente diversificati, tali da non
poter rientrare nello schema di una semplice classificazione,
soprattutto perchè le ragioni che portano il soggetto a ricorrere ai
servizi sociali o assistenziali non derivano tanto da una diagnosi, ma
piuttosto dalle conseguenze della malattia che sono individuali e
personali e correlate all'età, al fisico ecc. ecc. Individuali a tal
punto che il soggetto, (ai fini ovviamente della valutazione/
certificazione), ha maggiori o minori difficoltà rispetto ad altri
casi analoghi nel realizzare i suoi legittimi obiettivi di inserimento
nella vita familiare, sociale e lavorativa e di autonomia personale.
Quindi, il grado di partecipazione di una persona dipende dal
risultato delle complesse relazioni che si instaurano tra il soggetto,
con le sue menomazioni o compromissioni di "attività" e l'ambiente
sociale che lo circonda.

Se ci fossero valutazioni e criteri "confezionati" al solo eleco di
patologie non occorrerebbero tante visite con valutazioni collegiali
integrate come prevede l'art. 4 della stessa legge 104.

L'assistente sociale (ma anche l'esperto) deve in tal senso
raccogliere i dati che descrivono la complessità, le interrelazioni
possibili e non, dei vari eventi esaminati al fine di redigere una
relazione più consona e utile possibile alla valutazione finale. La
valutazione non può prescindere dal riferimento all'ambiente di vita
della persona, in quanto ciò che si è chiamato a valutare è il
"globale funzionamento" del soggetto, non nel senso astratto di una
performance, ma piuttosto inteso come capacità di interagire e
adattarsi alle più diverse circostanze.

Il fatto di riferirsi non tanto all'individuo valutato, quanto
piuttosto alle condizioni esterne, rende il termine handicap grave di
non facile e immediato comprensione.

In conclusione relativamente alla valutatazione dell'handicap vengono
coinvolti finalità e motivazioni tali da non tener solo conto di una
certificazione indirizzata all'accesso alle provvidenze legislative
(permessi-precedenze- riduzione oraria), ma si tende a rafforzare le
modalità di reinserimento sociale, non solo per stabilire con certezza
chi ha titolo per accedere alle azioni di sostegno previste dalla
legge, ma anche per definire oggettivamente e soggettivamente
l'insieme, differenziato e personalizzato, delle risposte adeguate, e
far raggiungere al portatore di handicap grave la piena autonomia
possibile (con l'eventuale assistenza) ed il pieno inserimento nella
vita sociale e di relazione.

Eventualmente, se ritiene utile, mi contatti in assoluta gratuità per
valutare insieme, entrando in merito, una possibile soluzione
normativa del suo problema.

Salve.

Maurizio.
SBIANCO
2010-09-05 16:03:24 UTC
Permalink
Post by maurizio
Eventualmente, se ritiene utile, mi contatti in assoluta gratuità
Complimenti per la esaustiva risposta e per la grande disponibilità.
Loading...